I dischi allo stato solido sono diventati più efficienti e affidabili che mai, ma ancora grandissime quantità di dati vengono salvate su hard disk meccanici per via del loro eccellente rapporto costo/capacità . Questi, avendo parti in movimento, hanno bisogno di maggiori cure per evitare spiacevoli rotture. La temperatura operativa è uno dei parametri che più spesso viene citato come misura per garantire la massima longevità dell’hardware.
Ma qual è l’impatto sulla vita utile dei dischi rigidi? E quale temperatura è la migliore?
Un interessante studio di Google viene in nostro soccorso. L’azienda ha purtroppo rimosso il download pubblico al documento, ma siete fortunati perché abbiamo una copia scaricabile da qui.
Google ha moltissimo hardware nei suoi datacenter per cui non abbiamo dubbi che la ricerca sia stata condotta su un campione statisticamente rilevante. Contrariamente a quanto si possa pensare, il carico di lavoro e la temperatura operativa hanno un impatto minoritario sulla vita dei dischi.
L’intervallo di temperatura che sembra raggiungere la massima affidabilità è tra i 25 e i 35 gradi centigradi. Temperature inferiori a 25° sono correlate ad una minore affidabilità .
Alti livelli di attività non hanno causato tassi elevati di guasti.
Il documento è datato al febbraio 2007 e si riferisce ad HD di circa dieci anni fa. In ogni caso, mentre la densità dei dati è migliorata, la tecnologia non è molto diversa dal passato e possiamo considerare ancora validi i risultati
Questi dati sono una ventata di aria fresca per gli specialisti IT, che possono contare su temperature operative più elevate nelle server farm e nei datacenter con ricadute positive nei costi sia fissi che variabili, come l’aria condizionata.
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